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Quando il vibratore scompiglia l’ordine patriarcale

Hammam: istruzioni per l’uso

Inauguriamo oggi una rubrichetta a cadenza variabile su genere, corpo, femminismo ed altre amenità dal Marocco dato che la sottoscritta ci passerà parecchio tempo nei prossimi mesi. E da dove meglio cominciare se non dall’hammam?

Per prima cosa toglietevi dalla testa l’idea di luogo silenzioso e di relax che abbiamo importato in Europa. Donne e uomini avvolti in asciugamani bianchi che sorseggiano the comodamente seduti su calde lastre di marmo? Niente di tutto questo. L’hammam è un posto dove ci si lava ed è rigidamente separato per sesso: talvolta solo negli orari, talaltra con due ingressi e due sale separate. Io sono femmina, quindi il racconto che segue sarà per ovvie ragioni sull’hammam femminile. Se qualche maschietto in ascolto, però, ha esperienza di hammam in Marocco, sarei davvero curiosa di sapere cosa succede lì :)

In un paese dove lo spazio pubblico è letteralmente occupato dai maschi, l’hammam è uno dei pochi spazi pubblici di ritrovo tra donne: ci si lava, si chiacchiera, si urla, si spettegola, si ha la certezza che nessun’uomo ti romperà le ovaie. Più che a un luogo di relax, l’hammam assomiglia ad una piazza, ad un mercato o a qualunque altro luogo rumoroso e vitale vi viene in mente. Solo che qui si sta in mutande, e fa molto caldo.

Nella religione islamica, l’acqua e il lavarsi hanno un ruolo molto importante legato alla purificazione dello spirito e all’espressione di rispetto verso Allah ed in questo l’hammam gioca chiaramente un ruolo fondamentale. Tenete presente quindi che – se vi capita di venire in Marocco e volete farvi un hammam – il giovedì (il giorno precedente la grande preghiera) è il giorno sbagliato perché l’aspetto religioso del bagno prende il sopravvento sul resto e le straniere non sono gradite. Tutti gli altri giorni, sarete le benvenute ed una signora marocchina vi guiderà attraverso le diverse fasi del bagno.

Religione o meno, infatti, si va all’hammam per lavarsi e farsi belle :)

Veniamo al dunque quindi e cominciamo dagli “ingredienti” per l’hammam:

  • un paio di mutande (portatevene due, non fate come me che dopo il primo sono dovuta uscire smutandata!)
  • 2 bacinelle: una di H2o calda ed una fredda
  • un pezzo di savon noir
  • un pugno di ghassoul (ovvero dell’argilla naturale aromatizzata)
  • un kassa ovvero un guanto ruvido per il gommage

Bene, una volta presi tutti gli ingredienti, possiamo cominciare. Spogliatevi, mettetevi in mutande e andatevi a sedere nella sala calda. Non vi aspettate un bagno turco, qui non c’è vapore: è caldo, umido e da un enorme lavandino o vasca sgorgano acqua calda e acqua fredda. Dopo aver sudato un po’, bagnatevi con l’acqua calda e iniziate a insaponarvi con il savon noir o savon beldi. E’ un sapone naturale morbido e unto, fatto a partire dalla polpa dell’oliva nera e talvolta aromatizzato con qualche fiore o spezia. Tenetelo sul corpo una decina di minuti o più perché oltre a pulire, il savon noir serve ammorbidire la pelle prima del gommage.

Ed eccoci al clou dell’hammam: il gommage.

Questa parola, che suona morbida e sinuosa, non corrisponde affatto all’esperienza che vi aspetta. Se avete in mente lo scrub che vi hanno regalato a Natale o il guanto con cui vi insaponate timidamente ogni morte di papa dimenticatevene. La prima volta che ho fatto un gommage mi continuava a venire in mente mia nonna quando mi scioglieva i nodi dai capelli alle elementari e diceva: “par bblìr, b’sogna sufrìr” che tradotto dal bolognese suona: “se bella vuoi apparire, un (bel) po’ devi soffrire”.  Il gommage ve lo farà per pochi dirham una delle signore dell’hammam, non tanto una dipendente, quanto piuttosto una signora che ci passa parecchio tempo ed è esperta “nell’arte di grattare”. Sdraiatevi per terra e mettetevi nelle sue mani: con perizia, vigore e pochissimo tatto vi gratterà via dal corpo fino all’ultima cellula morta…dai piedi al viso passando per le ascelle, l’inguine e le chiappe. E non provate a lamentarvi! Sul momento non è esattamente un’esperienza rilassante, ma dopo vi sentirete un paio di chili più magre e lisce con una bambina.

Prima di sciacquarvi alternando acqua calda e acqua fredda e andare lemme lemme verso l’uscita, mescolate il ghassoul con un po’ d’acqua e spalmate la poltiglia ottenuta sul corpo e sui capelli. Un pò come il savon noir, da vedere fa schifo (!), però è un toccasana per i capelli sciupati ed il tocco finale di morbidezza post-gommage.

Tra una grattata e l’altra, l’hammam è un’occasione preziosa per fare due chiacchiere con le donne che fanno le stesse abluzioni intorno a voi: per farvi regalare qualche consiglio della nonna, capire finalmente come si cucina il tajine o farvi spiegare la riforma del diritto di famiglia del 2004 che tutte quante conosco piuttosto bene. Fuori di qui chiacchierare con le donne, soprattutto di una certa età, è davvero difficile… ma questa è un’altra storia :)

Stay tuned!

P.S. Se non avete intenzione di venire in Marocco e le vostre tasche precarie non vi permettono qualche costosissimo hammam italiano, fatelo a casa! I prodotti si trovano on line senza problemi e una vasca da bagno con una buona alternanza caldo-freddo ed un’amica seduta sul water per fare due chiacchiere sui mali del mondo faranno il resto!

 

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