Betty&Books

Quando il vibratore scompiglia l’ordine patriarcale

Una famiglia non tanto moderna

Ok, sono in ritardo sull’argomento. Non un ritardo da poco: quattro anni, cioè dal 2009, anno in cui è stata trasmessa per la prima volta Modern Family. Per quattro anni ne ho praticamente ignorato l’esistenza. Ne avevo sentito parlare ma non l’avevo mai vista, fino ad un mese fa. Dicevo, ho scaricato la prima serie e mi sono messa a guardarla (Ho visto solo la prima, per cui non so se le cose non migliorino nel corso delle stagioni successive.) Faceva ridere e io ero orfana di sit-com: ero in pari con Big Bang Theory e 2 Broke Girls aveva cominciato ad annoiarmi. Mi ha fatto ridere, all’inizio, poi ho cominciato a provare un certo fastidio e il fastidio si è trasformato in una sorta di angoscia.

La storia è semplice: ci sono tre famiglie, che nell’intenzione degli autori dovrebbero essere “moderne” ( nel accezione di sui generi), unite da legami di sangue.

La prima famiglia è formata da Jay, bianco sui sessant’anni molto ricco (anche se non ho ancora capito che lavoro faccia o facesse), sposato in seconde nozze con la bella e prorompente Gloria, colombiana tra i 30 e 40 con un fisico da urlo e un bel caratterino. Gloria ha un figlio da un matrimonio precedente, Manny, che pian piano Jay accetta come fosse figlio suo. Jay ha avuto due figli dalla prima moglie: Claire and Mitchell. Claire è sposata con Phil da sedici anni, hanno tre figli: Haley, Alex e Luke. Mitchell è omosessuale e ha un compagno da cinque anni, Cameron, insieme hanno adottato una bambina vietnamita di nome Lily, che arriva all’inizio della prima stagione.

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Tutti hanno gridato al miracolo quando questa serie uscì. Proprio perché era dissacratoria e mostrava modi “nuovi” di concepire la famiglia. Io non so in che famiglia siano cresciuti quelli che hanno scritto, diretto e guardato questa serie: ma tutte e tre le coppie sono quanto di più classico e vetusto si possa immaginare. Per quanto simpatica la famiglia di Claire e Phil è basata su una relazione di coppia tra due adulti di sesso opposto con la stessa età anagrafica. Non c’è traccia di modernità neanche nel modo in cui loro crescono i figli, gestiscono la casa o si dividono le funzioni familiari, anzi.

C’è da chiedersi, poi, dove sia la modernità in una coppia con una differenza di età di più di vent’anni, dove lei è bona e povera e lui è ricco e vecchio? Sinceramente qualcuno pensa che sia un fenomeno recente? Questo tipo di relazione è nato insieme alla prostituzione e lo si trova in qualsiasi epoca in qualsiasi società. Non voglio dare un giudizio moralista, al contrario. Sarebbe ora di sdoganare la validità di rapporti basati sullo scambio di beni e non sul “grande amore” o sulla passione. Ma la serie non fa neanche questo affermando che nonostante tutto Gloria è innamorata di Jay, a prescindere dai soldi e che lui la vuole non solo per il suo corpo ma per la bella persona che è.
Il pubblico non potrebbe accettare che due persone vivano insieme, serenamente, per via di interessi reciproci e non a causa di una grande passione amorosa? Questo è moralismo.

Jesse TylerRimane la coppia omosessuale. A prima vista sembra molto moderno parlare di coppie gay, adozione di figli, ecc. In un certo senso lo è: Modern Family è stata una delle prime serie a trattare questi temi, registrando però un dato che in molti paesi era già più che normale, quindi arrivando con anni di ritardo rispetto alla realtà. La cosa che però non è per niente moderna, è come viene impostata la relazione tra Cameron e Mitchell. Cameron è un uomo brillante, pieno di talenti e creatività che rinuncia al lavoro per poter stare a casa con la figlia. E’ più premuroso e materno con la piccola di quanto non lo sia Mitch, che ha un lavoro, anzi una carriera, da avvocato. In sostanza i due replicano gli atteggiamenti di una coppia eterosessuale convenzionale, avendo una chiara distinzione tra femminile e maschile e rendendo esplicito ciò che questo comporta: la femmina si occupa dei cuccioli nella tana, il maschio trova il modo di sostentare la famiglia.

Tutte e tre le famiglie replicano questo schema. In ognuna c’è una e una sola figura maschile e una e una sola figura femminile di riferimento. Non c’è una madre single, o un padre single.

Non c’è traccia di esperienze comunitarie, di condivisione dei figli. Insomma non c’è nulla che possa considerarsi moderno o almeno fuori dall’ordinario. Perché? Perché non si può ancora affermare che una famiglia possa essere costituita da una solo genitore o da più di due. Davvero siamo convinti che non possa esistere una “famiglia” che non si basi sulla comunione di una figura femminile con una maschile? Che se proprio andiamo a vedere di moderno non c’è proprio nulla neanche qui: esperienze di vita comunitaria e di condivisione dei figli sono state fatte in ogni epoca e in ogni paese (dalle comuni di ispirazione hippie ai Kibbutz israeliani), così come si trovano centinaia di madri e padri single e tanti altri esempi di famiglie non convenzionali. Eppure torniamo sempre lì: l’unica vera famiglia, portatrice di valori positivi, è la famiglia nucleare dove i ruoli e i modelli sono chiari e ben distinti.

Cameron svolge la stessa funziona familiare che svolgono Claire e Gloria nelle loro famiglie, lui è donna e madre esattamente come le altre due. E anche qui, mi spiace dirlo, sembra di tornare indietro di 60 anni. In tutte e tre le famiglie il maschio ha una bella carriera, mentre la femmina si occupa della casa e dei figli. Magari aveva un lavoro, anche promettente, ma ci ha rinunciato per poter occuparsi dell’educazione dei suoi pargoli. Vedendo queste fantastiche donne di casa non si può non pensare alla casalinghe americane degli anni ’50. Si inventano mille cose inutili da fare e per dare un senso al loro tempo e alla loro esistenza si accaniscono sui figli cercando di formarli nella logica che secondo loro è quella giusta. E da qui si potrebbero aprire altri capitoli: sul modo ossessivo di vivere la vita familiare, sul controllo dei figli e della loro educazione, sul loro stile di vita consumistico sposato da tutti i personaggi (sembrano gli unici americani non toccati dalla crisi, anzi). Preferisco fermarmi qui.

La cosa più triste, alla fine, è che la serie fa ridere: ha molti personaggi azzeccati e battute fulminanti, per questo ti piange il cuore a vedere che ancora una volta si torna a riaffermare come unici valori possibili quelli di una classe media, bianca e conservatrice, che non accetta di non essere più la norma ma solo un’eccezione, soprattutto in America. Eppure bastava così poco per rendere questa serie davvero moderna.

Autrice: Teresa per Betty&Books (quindi prendetevela con lei se non condividete quello che scrive) :)

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