Io sto con la sposa e Pippa Bacca
Io sto con la sposa è un docufilm e un’azione politica per dire basta alle morti nella frontiera del Mediterraneo.
Il docufilm racconta il viaggio clandestino dall’Italia verso la Svezia con alcuni palestinesi e siriani senza documenti. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri viene utilizzato l’escamotage di un matrimonio (finto).
Queste immagini di confini, solidarietà e abito bianco richiamano fortemente una dimenticata Pippa Bacca, morta tragicamente il 31 marzo 2008 durante la performance itinerante “Spose in Viaggio”, con cui si proponeva assieme a Silvia Moro di attraversare, in autostop, 11 paesi teatro di conflitti armati, vestendo un abito da sposa, per promuovere la pace e la fiducia nel prossimo.
Al matrimonio della sua amica Margherita la sposa ripeteva spesso agli ospiti di stare attenti a non calpestare lo strascico o altre parti dell’abito, perché si sarebbero sporcate.
Pippa trovò curioso che si prestasse tanta attenzione ad un vestito che si usa un giorno solo e nacque in lei l’idea di pensare l’abito da sposa al contrario. Un vestito che dura per tutta un’esperienza e ne diventa il testimone, raccoglie su di sé i ricordi, “consumandosi” e sporcandosi.
Un unico vestito da portare in un viaggio speciale, che attraversi in autostop paesi dove la guerra è una realtà o un ricordo molto fresco, durante il quale toglierlo solo per dormire o quando lo si lava. Da sempre la sposa è simbolo della femminilità, dell’amore, della famiglia, della purezza. E il giorno del matrimonio – almeno in teoria – è un momento di gioia condivisa, di letizia comune. Tutte immagini difficilmente associabili alla guerra e vicine invece alla pace.
La sposa del documentario Io sto con la sposa , a differenza di Pippa Bacca, ha concluso il suo viaggio.
Se volete far parte di questo atto di disobbedienza e soprattutto vedere il doc. si può contribuire alle spese di produzione con una donazione, l’obiettivo è iscrivere il doc al festival di Venezia e distribuirlo nelle sale cinematografiche.
Questa la sinossi di io sto con la sposa
Un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra, e decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri però, decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un’amica siriana che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati.
Così mascherati, attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri. Un viaggio carico di emozioni che oltre a raccontare le storie e i sogni dei cinque palestinesi e siriani in fuga e dei loro speciali contrabbandieri, mostra un’Europa sconosciuta. Un’Europa transnazionale, solidale e goliardica che riesce a farsi beffa delle leggi e dei controlli della Fortezza con una mascherata che ha dell’incredibile, ma che altro non è che il racconto in presa diretta di una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma tra il 14 e il 18 novembre 2013.
ps
Sui richiami, voluti o meno, alla performace “Spose in viaggio” aggiungo anche il video di E se poi di Malika Ayane canzone presentata per la 63esima edizione del Festival di Sanremo. Il video racconta un viaggio intrapreso da una donna vestita da sposa, con una vecchia valigia in mano.