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Quando il vibratore scompiglia l’ordine patriarcale

Spare Rib 21 anni di cultura femminista in digitale

“Spare Rib” una delle riviste femministe più importanti, prodotta in GranBretagna e lanciata nel giugno 1972, con le sue 239 edizioni ha reso visibile 21 anni di cultura femminista. Ora le sue pagine sono scaricabili gratuitamente dalla British Library.

Ricordiamo che l’uscita di “Spare Rib” non fu accolta bene e diversi edicolanti si rifiutarono di distribuirla. Nonostante gli ostacoli il primo numero di ‘Spare Rib’ andò sold-out –  tiratura di circa 20.000 copie al mese – la diffusione fuori dai canali ufficiali fu resa possibile grazie al passaparola tra i vari collettivi femministi e alle “tecniche” della stampa clandestina, difatti alcune delle fondatrici del magazine, tra cui Marsha Rowe e Rosie Boycott, avevano già esperienza nel movimento anti-censorio della stampa clandestina degli anni ’60, ed è anche per questo che lo stile della rivista era più vicino a quello delle stampe in ciclostile “underground” che alle riviste patinate “mainstream”.

Una rivista indipendente, iconica, che è diventata parte integrante del movimento femminista grazie al continuo dialogo con le lettrici e le attiviste.

Le pagine di Spire Rib le trovate sul sito delle British Library a questo link

 

Polly Russell scrive:

Funny, irreverent, intelligent and passionate, Spare Rib was a product of its time which is also somehow timeless. Detailed features of feminist issues such as domestic violence and abortion, and news stories about women from the UK and around the world sit side-by-side with articles about hair care [including the unwanted kind], how to put up a shelf and instructions on self-defence.

L’interesse attorno a “Spare Rib” si era già reso palese nel 2013 quando fu annunciata la sua rinascita sia in digitale che in cartaceo da parte della giornalista Charlotte Raven, ma l’iniziativa non fu presa molto bene dagli editori originali che tramite battaglie legali costrinsero la Raven ha cambiare nome al suo progetto in feministtimes (attualmente fermo per mancati obiettivi economici)

Charlotte Raven

Charlotte Raven

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