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Quando il vibratore scompiglia l’ordine patriarcale

Casa accoglienza per persone trans, lesbiche e gay richiedenti asilo.

A Bologna nasce la prima Casa Accoglienza per rifugiat*, e richiedenti asilo politico, trans, lesbiche, gay, bisessuali, intersessuali.

Il progetto Rise The Difference è capitanato dal MIT – Movimento Identità Transessuale – in partnership con la Cooperativa sociale Camelot  e con il supporto del Comune di Bologna e di Unar. Il MIT sarà affiancato dal Centro Risorse LGBTI organizzazione che sviluppa attività di capacity building nei confronti di associazioni e gruppi LGBTI nazionali e locali.

Questa la nota dell’amministrazione comunale di Bologna:

“il progetto comprende la realizzazione della casa, l’avvio di un percorso di accoglienza diffusa in famiglie o singoli per accogliere rifugiati Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, trans, intersessuali), la redazione di linee guida incentrate su competenze specifiche in ambito Lgbti dedicate agli operatori che lavorano nell’accoglienza, la creazione di un contact center di riferimento per enti e operatori del settore che supporti gli interventi dedicati al tema dell’accoglienza di richiedenti e rifugiati Lgbti.”

In 13 paesi del mondo l’omosessualità è un reato per cui è prevista la pena di morte e in 73 stati si può finire in carcere a causa del proprio orientamento sessuale. Le vittime di crimini d’odio in quanto trans o di genere non conforme, sono in continua crescita.

Dal luglio 2009 Transgender Europe pubblica gli aggiornamenti del Trans Murder Monitoring. La ricerca riporta 295 casi di uccisioni tra il 1 Ottobre 2015 ed il 30 Settembre 2016. Qui di seguito una mappa con i dati raccolti dal 2008 al 2016:

Trans Murder Monitoring 2008/2016

 

La convenzione di Ginevra riconosce lo status di rifugiato ai migranti LGBTI.* In Italia il Piano nazionale per fronteggiare il flusso “straordinario” di migranti si articola in tre fasi:

  • soccorso e assistenza nelle regioni di sbarco o limitrofe;
  • prima accoglienza e qualificazione dei cittadini stranieri presso centri regionali/interregionali (Hub);
  • seconda accoglienza da attuare nell’ambito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR).

Come nel resto d’Europa anche in Italia alcuni nodi della comunità GLBTQI  stanno cercando di far fronte sia alle violenze e agli abusi a cui vanno incontro migranti e rifugiati trans, lesbiche e gay, sia all’impostazione purtroppo emergenziale (e non strutturale) delle politiche europee. Non si tratta solo di dare accoglienza a chi fugge dalla propria terra, perché rischia la vita in quanto persona glbti, ma di creare percorsi critici e alternativi ai centri di accoglienza che possono divenire essi stessi luoghi di violenza soprattutto per le donne e le persone transgender.

Familia: Trans Queer Liberation Movement

ArciGay con Migra offre gratuitamente consulenza e ha degli sportelli rivolti ai migranti in diverse città tra cui Milano Progetto IO, Bologna MigraBO, L’approdo Arcigay GenovaLa Migration Arcigay PalermoNapoli MIGRA – Antinoo

Il MIT con Rise The Difference, oltre a mettere a disposizione una casa, aderisce a ProgettoVesta una rete d’accoglienza diffusa in case private, come già fatto a Berlino da Lesbian and Gay Federation (LSVD).

Siamo allarmati dal crescente numero di insulti e atti violenti contro rifugiati queer, compresi casi di stupri.

ha detto a NBC News Marcel de Groot, manager del centro di consulenza Schwulenberatung di Berlino.

A Bologna il progetto Vesta ideato da Camelont con il supporto di  LAMA è tra i progetti cofinanziati dal Fondo Europeo per i Rifugiati e dal Ministero, che affiancano il piano di secondo livello di accoglienza del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR).

Il limite di questi progetti è nella durata delle attività finanziate e nel numero dei beneficiari accolti. Un altro ostacolo a cui si sta andando incontro è l’eventuale riapertura dei Centri di identificazione ed espulsione (CIE**) una forma di detenzione amministrativa (non penale) che oltre a limitare i diritti e la qualità di vita delle persone migranti insinua nella percezione collettiva che la persona migrante priva di documenti sia non solo in una posizione di illegalità, ma che sia pericolosa per la comunità, e quindi da rinchiudere, respingere, isolare. Ed è proprio per questo che è necessario dare visibilità e sostenere le iniziative della comunità LGBTQI mirate a creare una rete solidale e  percorsi autonomi dal basso (e non mediati) con le/i migranti.

Dal blog di Betty&Books vi terremo aggiornate, segnateci nei vostri rss con molto amore. #bodydrama #trans

Per approfondire:

* La convenzione di Ginevra sui rifugiati prevede che sia concessa la protezione internazionale al “cittadino straniero il quale, per il timore fondato di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o opinione politica, si trova fuori dal territorio del Paese di cui ha la cittadinanza (…)”.

** CIE. Istituiti nel 1998 dalla legge sull’immigrazione Turco Napolitano (art. 12 della legge 40/1998) i CIE sono strutture detentive dove vengono reclusi cittadini e cittadine stranieri sprovvisti di regolare titolo di soggiorno.

altre notizie sul MIT:

European Transgender Council

il MIT cambia casa 

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