Frute rivista indipendente
In questi anni stiamo assistendo all’esplosione di progetti editoriali “al femminile” con contenuti freschi e che strizzano l’occhio al femminismo mainstream in salsa withe girl power.
In Italia siamo ben lontane dall’avere il corrispettivo di Bust Magazine – classe 1993 – e non voglio ora indagare o analizzare il sistema editoriale nostrano, ma di certo chi frequenta il magma della produzione di riviste “per Lei” si sarà accorta che anche quest’ultime stanno guardando a un rinato interesse “femminista” spesso coincidente, nella percezione collettiva, con il Do It Yourself D.I.Y.
Prendiamo l’esempio di Grazia, in vendita dal 1938, che si è rifatta egregiamente l’immagine offrendo collaborazioni alla folta rete di blogger o giovani it girls con la macchina da cucire in una mano e un bebè nell’altra (con buona pace delle copywriters professioniste). La via del marketing “aggressivo” e “social” è quella scelta da Freeda, appena nata, ma già fortissima grazie a una strategia digitale “innovativa”: sito e layout inesistente a favore di una distribuzione iper dinamica dei contenuti attraverso piattaforme diverse (per nerd in ascolto sto parlando di cms headless). Si tratta in tutti i casi di progetti commerciali, a volte certamente meritevoli per i contenuti veicolati, ma che ovviamente non esauriscono e non rappresentano la produzione originale dei femminismi.
Per trovare della vera ciccia occorre come sempre guardare ai piccoli progetti di nicchia, gli unici per loro natura capaci di intercettare immaginari e pensieri femministi.
Sono progetti che spesso hanno vita breve, perché autoprodotti a zero rimborso spese, o perché nascono e muoiono assieme alla comunità a cui fanno riferimento. La longevità delle produzioni dal basso però non lo definirei un tasto dolente, perché la capacità dirompente non ha tempo se siamo capaci (per ora aimè poco) di unire i puntini, fare Archivio. Come posso non citare, per la centesima volta, il contributo fondamentale di FikaFutura? pubblicata da Shake Edizioni per soli due numeri, portò una soffiata di vento in una scena femminista emerginata dall’egemonico pensiero della differenza.
—> Leggi anche: Spar Ribe – rivista femminista degli anni ’70 – in digitale
Torniamo al presente per presentarvi Frute una rivista indipendente, autoprodotta, che affronta i temi del femminismo intersezionale, dei confini sessuali, dell’inclusione e della prevenzione di ogni tipo di discriminazione, inserendosi in una rifessione sull’editoria indipendente come strumento sociale di aggregazione territoriale.
Frute parte da due considerazioni che riguardano il cambiamento culturale dell’ultimo decennio: la crescita dell’editoria indipendente – sempre più lettrici non sono interessate ai grossi editori, ma guardano alle idee dei singoli – e una maggiore soggettivazione rispetto alle politiche transgender.
A cadenza mensile, nel numero 0 uscito a settembre, troviamo: Shorts, La sezione letteraria – Music History, storia della musica inclusiva in questa sezione si affronta il tema della musica con recensioni e articoli, anche sul passato. Da non perdersi la rubrica Cuori Sfranti una parodia della classica posta del cuore – curata da Kety Perdy, drag queen friulana.
La cover è a due colori, immancabile il rosa che è anche la scelta della linea comunicativa delle pagine interne, ed è stampata in Risograph a metà strada fra la serigrafia e la stampa offset, perché a differenza della serigrafia si può giocare anche con i mezzi toni grazie agli inchiostri semitrasparenti.
Cecilia Cappelli ideatrice e art director della rivista ci tiene a sottolineare che uno dei punti chiave della rivista è la costruzione di una rete, un network di persone che condividono gli stessi valori. A ottobre è stato presentato a Udine il numero 0 e il prezzo di copertina copre i costi di stampa, per ora è distribuita in Friuli (dov’è nata), in Veneto e a Milano. Per contatti andate sulla loro fanpage
Auguriamo a Frute lunga vita e andiamola a trovare ospite della prossima edizione di Fruit con un focus interamente dedicato alle pubblicazioni a tematica QUEER.
Se volete segnalare o scrivere di riviste indipendeni, fanzine queer ecc, contattate Betty.
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