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Quando il vibratore scompiglia l’ordine patriarcale

The Homeless Period, quando il costo degli assorbenti è un problema.

Ogni mese, tutti i mesi, per circa quarant’anni, ogni donna al mondo deve procurarsi degli assorbenti igienici. Che sono un costo, per le ragazze, per le donne, per le famiglie. Non tutte in grado di affrontarlo con serenità.

Pubblichiamo con piacere un articolo di Valentina Avon (@_av0n) – Cronista e fondatrice di @tee_fortee.

Nella città di Aberdeen, in Scozia, le istituzioni si sono fatte carico di questa difficoltà. Primi in Europa, hanno fatto partire un progetto che per sei mesi, a un costo di 10mila sterline, poco più di 11mila euro, regalerà assorbenti igienici a mille donne in povertà e ragazze delle scuole superiori (Aberdeen ha 200mila abitanti). Progetto per ora sperimentale, serve per definire le politiche future della Scozia sulla salute sessuale delle donne.

Il difficile accesso agli assorbenti è un problema igienico, oltre che di dignità. Le donne più povere ricorrono a espedienti, il primo dei quali è cercare di confezionarli con carta igienica o di giornale, o con stracci. E anche quando riescono a trovarli tendono a usarli con parsimonia, quindi per più tempo del dovuto, con le immaginabili conseguenze sul piano della salute (specialmente nel caso degli assorbenti interni). Le pubblicità mostrano con atlete testimonial che si può essere “libere anche in quei giorni” ma per molte donne quei giorni possono diventare un vero incubo. Ogni mese.

Unico precedente simile alla decisione scozzese è quello della Città di New York, che un anno fa ha deciso per la distribuzione gratuita di assorbenti igienici nelle scuole pubbliche superiori, nelle carceri e nelle strutture di assistenza per senzatetto. Ma il problema è sentito e rivendicato in tutto il mondo. A Londra tre ragazze hanno lanciato due anni fa il bel progetto “The Homeless Period” per sensibilizzare le autorità e raccogliere fondi.

 

 

Nel Regno Unito il problema è molto sentito e non è un caso che il regista Ken Loach abbia inserito nel suo film “Io, Daniel Blake” una giovane donna che gli assorbenti li ruba.

Il costo degli assorbenti e dei tamponi è un problema insormontabile per le donne più povere, ma tutte le donne lo vivono come un’ingiustizia. Il sito di petizioni Change ha riunito in una pagina alcune campagne che chiedono la detassazione degli assorbenti, la cosiddetta Tampon Tax: in Germania è ancora in corso, in Inghilterra, Francia e Canada hanno avuto successo e questi governi negli ultimi due anni hanno riconosciuto gli assorbenti come prodotti essenziali e non accessori.

 

 

In Francia ora le attiviste stanno chiedendo che siano disponibili gratuitamente nelle scuole. In Nuova Zelanda la richiesta è che venga tolta l’attuale imposta del 15 per cento. Ce ne sono decine, di petizioni, per ogni angolo di mondo.

In Italia un anno fa le 35mila firme raccolte produssero una proposta di legge di Possibile, per chiedere l’Iva al 4 per cento, che però è naufragata. L’Iva sugli assorbenti in Italia resta quindi al 22 per cento (come del resto quella sui preservativi), e per ogni donna ogni mese resta una spesa che va dai 5 ai 10 euro. Le mestruazioni restano un lusso che tutte devono concedersi ma che non tutte possono permettersi.

Valentina Avon

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